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Caterina Silva
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Subverting Dualities, 2010, Galleria VM21, Rome
photo courtesy Andrea Veneri

Text by Aria Spinelli, (ITA)

La sovversione della dualità
di Aria Spinelli


Subverting Dualites vuole essere una riflessione sulla possibilità sovversiva dell'arte, intesa qui come un'espressione visiva e metaforica capace di capovolgere realtà contraddittorie e conflittuali. Attraverso la ricerca sulla forma estetica, la giovane artista Caterina Silva sperimenta un nuovo linguaggio e dà spazio alla riconsiderazione dell'identità sessuale nella società contemporanea.
La difficoltà di riconoscere il nostro essere sessuale è dipesa da una fitta rette di regole e norme sociali che contrastano con i nostri impulsi. Secondo Judith Butler, termini come “maschile” o “femminile” corrispondono a categorie sociali, che, in relazione ai contesti geopolitici e i confini culturali, sono in continua trasformazione. La filosofa statunitense sostiene che femminilità e mascolinità sono atti performativi regolati da norme imposte dalla Società. La problematica sollevata dalla studiosa nella sua recente pubblicazione intitolata Undoing Gender è in relazione soprattutto al desiderio e alla sessualità. Il desiderio reale, per la Butler,  difficilmente riesce a essere circoscritto da regole precostituite; la sessualità si scontra puntualmente con una mancata definizione psicanalitica (soprattutto in l'età contemporanea). La sessualità nasce e si sviluppa nella contesa e nel continuo scontro tra strutture sociali e eccitamenti umani, e  ne consegue l'assenza di una terminologia adatta.

Le teorie sulla sessualità di Butler sono alla base dell’installazione creata per Subverting Dualities da Caterina Silva. Attraverso una sovversione della dualità, l’artista romana affronta la questione del desiderio e della libertà sessuale, con l'intenzione di superare limiti e di liberarsi da  costrizioni. Nella ricerca di un nuovo linguaggio artistico, Silva si pone fuori da sé  imitando un mondo in cui è circondata da stereotipi e decadenza. Crea un luogo eterotopico (nell’accezione di Foucault) in cui sovverte il dualismo - tipico della figura femminile - tra donna oggetto e donna che desidera; scardina il rapporto di potere tra i ruoli, che vede la necessità (fittizia ma sentita) della donna di definirsi tale solo a confronto con l'uomo.
L’atto performativo di Silva è da ritrovare nell’eccessività “femminile” delle sue forme estetiche.  L’artista segue l’operazione descritta dalla Butler in Undoing Gender: “[..] la sessualità ci pone al di fuori di noi stessi; siamo motivati da un “altrove” che non comprendiamo nella sua essenza e finalità.”  Silva opera l'esorcizzazione della figura femminile attraverso un'ossessiva riproduzione della sua immagine: varie fotografie di donne, stampate su porzioni di cemento, sono sparse sul pavimento come “abbandonate” in funzione della ricerca di “altro”. Da simbolo del desiderio, la donna diventa così feticcio. Forme virali - difficilmente trattenute da una tela convenzionale - si estendono sulla superficie delle pareti a creare un “cielo” ricoperto di fogliame colorato. Nel tentativo di ritrarre l’essenza del desiderio, l’operazione pittorica dell'artista rompe i limiti della figurazione e della tradizione
.
Michel Foucault elabora il concetto di Eterotopia per descrivere gli spazi contemporanei, e li identifica in una serie di luoghi quotidiani. Uno di questi è il giardino. Il filosofo francese richiama alla memoria le immagini antiche: piccole zone naturali effigiate dai ricami sui tappeti persiani, circoscritte dai quattro angoli del mondo; giardini che contemporaneamente contengono “la più piccola particella e la totalità del mondo.” E' nella presenza di opposti (del piccolo e dell'immenso) che l'eterotopia trova il suo luogo. Nella concezione di Silva, il giardino di Foucault è visto come immagine e dispositivo di sovversione; l'artista ricrea il suo ambiente naturalistico, in cui convivono microcosmo e macrocosmo, maschile e femminile, donna oggetto e donna che desidera. Nella presenza - orizzontale e non verticale - della distinzione così come della contraddizione,  il rapporto di potere tra desiderio, libertà sessuale e funzioni sociali viene così sovvertito. L'artista rimanda ad un atto primordiale dell’uomo: la contemplazione sublime e sensuale di una forza originaria. Se la natura è l’elemento in cui trova rifugio, è anche l’origine di una nuova ricerca.

Per Subverting Dualities, Caterina Silva crea uno spazio contestuale in cui valuta i limiti della sua recente produzione artistica; scioglie le costrizioni non solo della rappresentazione del femminile, ma anche della pittura stessa; trova spazi nuovi e non convenzionali. Offre allo spettatore la possibilità di pensare ad una sessualità molteplice e contraddittoria. Così facendo, apre la sua forza creativa a future potenzialità e interpretazioni. In un moto di eterno ritorno, Silva proietta il proprio passato in un futuro che appare attraente nella sua momentanea incomprensibilità.